produzioni

Nell’ambito della produzione teatrale mi pongo alla ricerca di una poetica del contemporaneo promuovendo collaborazioni e coproduzioni incentrate soprattutto su drammaturgie originali. L’orizzonte produttivo è rivolto a progetti d'arte dal carattere innovativo.

[majakovskij]

Ippodromo di Mosca, 13 maggio 1929. La giovane attrice Veronika Polonskaja incontra il poeta Vladimir Majakovskij. Lui è un intellettuale all'apice della fama, un'autorità indiscussa, lei una ragazzina appariscente ed un po’ ingenua. La scintilla scatta inevitabile. Veronika, sposata troppo giovane con un uomo che condivide con lei soltanto la professione di attore, diventa la donna segreta del poeta. Dopo un breve periodo iniziale in cui il rapporto tra i due vive momenti di intensa, depensata felicità inizia però una spirale distruttiva che li risucchia in un vortice di incontri, partenze, confessioni, litigi. Un periodo fosco e difficile che termina il 14 aprile del 1930 con il suicidio del poeta. Nell'immenso coro di voci che si innalzano dopo la sua morte - a vanificare per sempre l'ordine di non fare pettegolezzi dato da Majakovskij stesso nella sua celebre lettera di addio - la flebile voce di Veronika ci descrive la persona nella maniera più genuina attraverso il ritratto del suo amore infelice. [A.A] 

[anime perse]

Narrazione a due voci di quattro racconti tratti dall'omonimo libro del poeta Umberto Piersanti che descrivono altrettanti fatti delittuosi realmente compiuti da persone che sono o sono state ospiti di centri di recupero del Montefeltro. Quelli che un tempo si chiamavano “Manicomi criminali”. Fatti di emarginazione sociale, reati - certo - commessi da individui affetti da gravi disturbi psichiatrici. Vicende che Piersanti descrive senza indulgere a moralismi, senza giudicare, con la delicatezza e l’immaginazione del poeta. “Anime Perse” è un viaggio in alcune delle dimensioni più oscure e perturbanti dell’animo umano. Un viaggio che non si conclude mai lasciando aperta la strada del dubbio e della compassione. Da dove vengono queste persone? Che cosa è scattato nelle loro menti? Che cosa pensano ora, come vivono? Ci potrà mai essere per loro una qualche redenzione? Sono le domande che ci facciamo davanti a queste storie, a questi lampi di vite smarrite che non hanno trovato la pace. [A.A] 

 

[cassandra]

I temi portanti di questa Cassandra sono quelli del tempo e del rimpianto. Chi ha desiderato ed ottenuto il dono della profezia vive sospeso in un astratto, infinito presente. Per tutti il passato è il regno del rimpianto, il luogo dell'ineluttabile, del già compiuto. Ma per chi ha avuto il dono-dannazione della profezia il tema del rimpianto si proietta all'infinito e non v'è nessuna salvezza possibile neppure nel futuro. L'unico scampo all'inferno della veggenza è la fuga in viaggi immaginari, impossibili e romanzeschi. In questo monologo di Alessandro Pertosa la Cassandra mitologica rimane sullo sfondo, presupposta, mentre a svelarsi (e ri-velarsi) è il suo mondo interiore, l'intimo straziante dolore sotteso al conoscere. La schiacciante violenza della verità [A.A] 

 

[marcovaldo]

“Marcovaldo” è un libro che tutti abbiamo letto e dimenticato. Letto perché contenuto in parte nelle antologie della scuola media l’abbiamo dimenticato proprio per lo stesso motivo. E poi perché rimanda ad un periodo della nostra storia che seppur di fresca data è oggetto di involontaria rimozione; quasi si trattasse di occultare una colpa, seppellire una vecchia vergogna. Nel personaggio di Marcovaldo è contenuta una purezza che oggi facciamo fatica a riconoscere nostra ed è proprio questo uno dei motivi per cui ci è sembrato importante ritornarci su. Una voce narrante, quella di Andrea Anconetani, legge quattro tra i più bei racconti di “Marcovaldo”. Far ascoltare invece i suoni sferraglianti della città e quelli più intimi e leggeri che sono propri del mondo poetico del protagonista è compito di Davide Eusebi che li disegna efficacemente con le sue percussioni.